Questo sito è stato creato per rendere accessibili a tutti i visitatori gli elaborati prodotti dalle classi Quinte del Liceo S.Pizzi di Capua in occasione della Giornata del Ricordo e del Giorno della Memoria

Tora e Piccilli: un paese eroico


Ma la nostra storia inizia la mattina del 28 settembre 1942, quando nella piazza di  Tora, un piccolo e tranquillo paesino nel nostro casertano, arriva un camion scortato  da due carabinieri, da cui ne scendono un gruppo di giovani napoletani tra i 20 e i 30  anni di religione ebraica, che, in quanto non ariani, erano destinati al lavoro coatto:  63 donne e 90 uomini italiani, 18 donne e 6 uomini stranieri. C'era tensione e ansia tra gli abitanti di Tora, ma anche stupore e curiosità verso i  tanti “bei” giovani, vestiti in modo cittadino, che non sembravano certamente inclini al lavoro nei campi. Un Clima freddo attendeva i prigionieri, strappati alla loro vita ai loro affetti, un Clima però compensato dall'atteggiamento caloroso e benevolo della popolazione, dei tanti nuclei familiari, e perfino del podestà Maffuccini, che nonostante la sua autorità e responsabilità da funzionario, si mostrò alquanto disponibile ad assicurare tranquillità ai torani e a quegli “ospiti” alquanto inattesi.
Costretti ad un soggiorno forzato dalle vergognose Leggi Razziali del '38. Tutto ciò ci viene fatto conoscere grazie ai racconti di Vittorio, un quattordicenne che soggiorna a Tora  in quel periodo: in questi lunghi mesi si susseguono numerosi episodi di solidarietà e di sostegno della popolazione nei confronti degli ebrei. Semplici e sinceri legami nati nella comune esperienza della precarietà della vita che si rafforzano e mostrano i loro frutti di umanità, proprio nel momento di massima  tensione, ossia quando Tora si viene a trovare nel pieno della battaglia che infuria su Cassino. Nessuno venne mai a quel patto, stipulato silenziosamente tra i cittadini di Tora e gli ebrei che soggiornavano al paese. Così nessuno tradì il giovane Vittorio, la sua famiglia, il suo gruppo... insieme si nascosero nei boschi e si aiutarono a vicenda per sfuggire ai rastrellamenti violenti dei dei soldati tedeschi. 
Non li hanno traditi neanche quel giorno in cui 50 torani sono stati strappati dalle braccia dei loro cari e scaraventati, senza pietà, sui camion diretti ai campi di concentramento. Si ritrovarono così uniti ad accogliere con trepidazione l'arrivo degli alleati ed a  vivere le convulse vicende della fase conclusiva della Guerra.Nel nuovo scenario di libertà, le strade dei protagonisti si divideranno ma rimarrà saldo, invece, il legame d'amicizia nata dall'esperienza dolorosa di quegli anni. 
Tale esperienza però, non deve indurci nell'errore di considerare il “silenzio torano” come un comportamento di semplice e umanamente naturale di pietà, ma a nostro avviso è evidente  che, nel piccolo paesino del casertano, ci fu una riscoperta di codici morali naturali, non dettati dal lavoro di singoli individui ma dall'interacomunità, che con la loro solidarietà verso gli ebrei, persone con culture ed ideologie diverse, si sono uniti contro la stessa forza distruttrice.

Valentina del Villano